Lo sfogo

Piccoli e grandi sfoghi personali sulle sventure che mi capitano

Mag
20

Dubbi sulla sicurezza – parte 11

Categoria Pensieri

Dopo una vita riapro la serie sui miei personali dubbi relativamente alla sicurezza nei cantieri edili (e non solo), essendo figura che si occupa di sicurezza nei cantieri edili conosco la realtà del lavoro in un ambito dove i rischi di farsi seriamente male sono molteplici e causano purtroppo feriti gravi e vittime.

Tutti abbiamo vissuto le ore e giornate dopo che a Firenze alcuni operai hanno perso la vita nel cantiere per la costruzione di un nuovo punto vendita Esselunga. L’incidente è stato probabilmente causato da un problema strutturale, parrebbe che durante la posa di una trave prefabbricata la mensola di collegamento con il pilastro abbia ceduto di colpo e questo ha causato il collasso di un solaio schiacciando gli operai, ovviamente è una delle ipotesi e non è stata confermata m guadando le immagini in televisione ho notato questa cosa. Comunque è ancora presto per avere risposte e capire se l’incidente è stato causato da un errore umano o un problema di natura diversa.

Da li si è fatto gran parlare di sicurezza e di incidenti sul lavoro, anche perchè oltre che in ambito edilizio ci sono stati molti altri incidenti in altre attività e non è concepibile che una persona esca di casa per andare a lavoro per guadagnarsi da vivere per non farvi poi ritorno per i problemi più disparati.

A seguito dell’incidente il primo maggio c’è stata anche una manifestazione a Firenze proprio davanti al cantiere sequestrato per chiedere più sicurezza sul lavoro ed altro. Nei giorni subito successivi all’incidente molti hanno parlato degli operai che purtroppo hanno perso la vita e a seguito dei primi accertamenti sembrerebbe che questi fossero li a lavorare in nero, pertanto invisibili e senza alcun tipo di tutela, molti hanno proprio sottolineato questa cosa come se fosse la causa dell’incidente.

Tolto che non si deve lavorare e far lavorare persone non formate e non in regola per tutti i motivi leciti che prevedono le normative nazionali, che questi operai fossero o meno in regola poco importa, non è che se fossero stati regolari sarebbero stati protetti dal crollo di un solaio come se ci fosse stato un casco di protezione invisibile sulle loro teste! Sarebbero morti ugualmente, quindi il problema è da ricercarsi, se venisse fuori l’errore umano, nella mancata formazione a quell’attività e non altri motivi fantasiosi.

L’edilizia, visto il bassissimo livello di scolarizzazione di chi lavora è facile che le persone impiegate non riescano a valutare pericoli e problemi, molto spesso ho personalmente difficoltà con la lingua parlata dagli operai che alcune volte non parlano italiano e non lo capiscono, poi ci sono operai abituati a lavorare nella maniera sbagliata e ritengono ogni tipo di modifica al loro operato inutile ed una perdita di tempo, le abitudini sono difficili da cambiare e sottovalutare un pericolo quando si è abituati mette a rischio tutti.

Ovviamente lo Stato ha cercato di mettere in funzione la cosi detta Patente a punti (in realtà si chiama Patente a crediti) per poter limitare l’azione di quelle aziende che disattendono le normative e hanno incidenti anche gravi tra i dipendenti. Sin qua sarebbe tutto molto bello, se un operaio si fa seriamente male o peggio l’azienda perde questi crediti e non può operare e partecipare ad esempio a gare pubbliche fino a quando non recupera quanto perso, come la patente della macchina, nulla di strano.

La cosa divertente, tristemente aggiungerei, è che i crediti sono 30 ma se si arriva a 15 si viene sospesi dalle attività! Non se ne capisce il motivo per cui i punti disponibili non siano solo 15 a questo punto, intanto la realtà è questa! In più sembra che all’italiana esistano alcune gabole per svincolarsi dalla patente a punti, ad esempio avere una certificazione in materia di sicurezza sul lavoro (certificazioni che di solito si limitano a controllare la carta e poco altro). Insomma si parte con un’idea e si arriva a tutt’altro.

Ovviamente permane il problema normativo che è da sempre tarata su una realtà di cantieri ed imprese di dimensioni importanti come Terzo Valico e simili, pertanto le aziende coinvolte solitamente hanno un ufficio tecnico strutturato all’interno, composto da persone formate e specializzate in grado di leggere documenti e norme, produrre documenti coerenti e gestire gli aspetti del cantiere e della sicurezza (anche se poi come i fatti dimostrano qualcosa va in corto e l’incidente è fornito), la realtà del più dei cantieri è di piccole dimensioni e le ditte coinvolte spesso e volentieri sono piccole, composte alle volte da familiari e la gestione carta diventa problematica e complessa, senza contare che il più delle attuali ditte edili (e non solo) sono composte da stranieri e torniamo al problema della lingua, insomma il legislatore, come sempre, sembra essere distaccato dalla realtà non capendo che il mondo del lavoro e dell’edilizia è molto più variegato e complesso da gestire e spesso le normative diventano anche una catena per poter lavorare.

Riterrei più utile avere una formazione reale degli operai e dei datori di lavoro e norme applicabili, chiare ed enti che oltre a fare controlli (e multe perchè loro sono enti di controllo e non di consulenza) dovrebbero aiutare a risolvere i problemi oltre a sanzionare e basta. Come sempre nel mondo che vorrei tutto questo sarebbe realtà e invece…

Post precedenti: link

Mag
17

Condomini, maleducazione e barbecue

Categoria Pensieri

Avendo fatto un anno e mezzo di architettura dopo il diploma ho letto alcuni libri scritti da architetti per gli architetti, uno su tutti, che ancora oggi conservo è La città Utopie e realtà di Francoise Choay dove in due volumi vengono descritte le idee per creare città vivibili e di conseguenza edifici e nel secondo volume vengono riportate le idee di grandi architetti che hanno segnato l’urbanistica delle città.

Quello che mi aveva colpito era l’enfatizzare i lati positivi del vivere in condomini, oltre che per ridurre l’estensione delle città, sottolineando che in tal modo si sarebbero create delle comunità dentro la comunità cittadina, come anche la centralità delle piazze perchè creano punti dove le persone possono incontrarsi.

Il condomino di per se è comodo perchè posso concentrare in uno spazio abbastanza ridotto come territorio impiegato un buon numero di persone, le metropoli ne sono un esempio con la verticalizzazione degli edifici.

Ma gli aspetti negativi esistono eccome e personalmente ritengo che nella stragrande maggioranza delle volte superano quelli positivi, mi spiego meglio.

Tenuto conto che non sono poi una persona così socievole, sono educato, saluto sempre chi incontro nelle scale, sia che conosca la persona o che sia uno sconosciuto, do sempre il buongiorno e cerco di avere un buon comportamento, evito rumori, schiamazzi (con un bimbo di quattro anni non è semplicissimo) e comportamenti che possano urtare gli altri, principalmente perchè urtano un primis il sottoscritto, pertanto compiere determinate cose mi infastidisce molto.

Purtroppo l’edificio dove abito è composto da ben 38 appartamenti, pertanto di gente ne abbiamo a volontà e non tutti sanno vivere in comunità o comunque l’educazione dev’essere rimasta in uno dei pannolini che hanno usato da bambini.

Capita di avere il vicino che stende i panni senza accertarsi se questi sgocciolano (la centrifuga, questa grande sconosciuta) e bagnano i panni dei piani sottostanti, poi c’è chi fa rumori ad ogni ora del giorno e della notte e se si segnala la cosa tutti cadono dalle nuvole, infine di recente si è aggiunto il condomino amante del barbecue.

Partendo dal fatto che non apprezzo il cibo grigliato sul barbecue, trovo che abbia tutto il medesimo sapore bruciacchiato e mi stufo molto rapidamente, non trovo attraente affumicarsi e morire dal caldo per mangiare una bistecca, quando posso cuocermela comodamente in casa senza troppi fastidi, il vicino che ovviamente abita al piano terreno e ha a disposizione una terrazza ad ogni occasione di bel tempo nel fine settimana non perde occasione di affumicare tutti.

Solitamente il tutto accade la domenica, il grigliatore seriale si alza tardi e solitamente alle 13.00 da fuoco alle braci, ovviamente essendo tardi getta sulle fiamme un accelerante (credo benzina o simili con una puzza terribile e fumo nerastro che direi non essere proprio salutare) ed incurante delle fiamme dell’inferno, invece di attendere la formazione della brace inizia a grigliare (direi più flambé) aumentando il fumo.

Ovviamente il tutto è stato lamentato e segnalato da più condomini ma lui imperterrito prosegue nel suo rito affumicatore, la cosa peggiore è quando griglia nel periodo estivo, obbligando a chiudere le finestre per non essere a nostra volta affumicati. Se poi ci si aggiunge la musica a tutto volume (reggaeton) per tutto il tempo!

Onestamente chiederei a chi sostiene che vivere in un condominio sia positivo dove vivono loro, probabilmente piccoli condomini popolati da persone civili o case singole dove i vicini li vedo da lontano, difficile che vivano in sorte di pollai rumorosi.

Mag
15

La setta dei blogger estinti

Categoria Pensieri

Non è la prima volta che lamento la superficialità generale della rete e l’impoverimento dei contenuti in rete.

Negli ultimi tempi ho ripreso a scrivere qua con una certa costanza prendendo spunto da notizie e passioni che mi interessano, cosa che mi rilassa non poco e mi aiuta a ragionare su quello che scrivo e penso.

Alcuni giorni addietro ho trovato molto interessante il post di Emanuele in cui ha definito la rete come una piazza cittadina e che la superficialità che regna normalmente nelle piazze ha inondato la rete, è normale ma anche un po’ sconfortante onestamente ma poco o nulla si può fare se non resistere.

Ho commentato il post di Emanuele sostenendo che i blog sono come le piccole botteghe degli artigiani o dei rigattieri, aggiungo qua che solitamente sono piene di cose interessanti ma non in vista da scoprire e perdercisi dentro.

Ho anche commentato che involontariamente avevo anche le scatole giorni prima ad una frase o meglio una sorta di citazione dal film l’attimo fuggente, la Setta dei blogger estinti e forse lo siamo, resistiamo stoicamente ad un mondo che è cambiato e restiamo nella nostra piccola bottega sperando che arrivi qualcuno a curiosare.

Mag
14

Ridere per non piangere

Categoria Humor

Prendendo spunto dal programma radio Lo Zoo di 105!

Mag
13

Non possediamo nulla

Categoria Internet, Pensieri

Non molto tempo fa esistevano le versioni fisiche di libri, CD, DVD e altro, poi l’avvento della tecnologia ha reso liquido tutti i contenuti.

È comodo poter portare con sé praticamente tutta la musica che ci piace, film, libri su tablet o smartphone, potervi accedere dovunque ci si trovi e non dover trasportare oggetti voluminosi, ingombranti e molto spesso delicati.

Di fatto oggi si pagano abbondanti o copie digitali di un qualcosa e teoricamente nell’ultimo caso dovremmo possedere quel qualcosa a vita, in teoria ma nella realtà?

Di recente su svariati store di software house sono stati rimossi contenuti e videogiochi regolarmente acquistati dagli utenti, con ovvio disappunto di questi ultimi.

Questo dimostra che anche se si paga un qualcosa, rispetto a prima con le versioni fisiche, non possediamo nulla e se chi fornisce quel qualcosa cambia idea i nostri soldi sono stati mal spesi o comunque siamo stati derubati.

Medesima situazione con le App che smettono di funzionare perché lo sviluppatore ha deciso di terminarle per i più svariati motivi.

Sinceramente sarò antico, ma preferisco avere ancora fisicamente un qualcosa, procedendo al download di files o acquistando la copia fisica di quello che mi interessa conservare senza che qualcuno decida di privarmene senza troppi giri di parole.

Mag
10

Disuguaglianze

Categoria Pensieri

Ha fatto molto discutere la scelta della città di Venezia di fare pagare un ticket di ingresso ai turisti per contrastare il turismo mordi e fuggi.

La motivazione è stata motivata nel cercare di dover tutelare la città e le sue opere, nonché ridurre la presenza di turisti che non consumano, bivaccano e creano problemi (vedasi turisti che si tuffano nei cavali ad esempio).

È vero, il turista medio è diventato bulimico, tocca molti luoghi per spostarsi poco dopo e vedere il più possibile in poco tempo.

Il problema è anche da ricercare in chi organizza i tour e le scelte in generale dei luoghi da visitare, sempre i soliti e nella medesima modalità, quindi si hanno code, affollamenti e problemi, in più vi sono turisti che sono in realtà poco interessati a visitare un luogo e affollano inutilmente gli spazi.

Ad esempio a Genova il primo maggio si è intestata la strada in prossimità del Porto Antico dove sorge l’acquario perché i turisti si riversano li in queste occasioni.

Poi si scopre, parlando con chi va a vedere l’acquario, che ignorano il resto della città senza sapere che esistono musei ed edifici di interesse storico, per loro esiste solo l’acquario, il resto è trascurabile.

Nella scelta di Venezia io ci vedo però uno scarso rispetto delle persone perché spingerà chi ha poca disponibilità a rinunciare alla visita della città e all’arricchimento personale visitando San Marco e altre attrazioni solo per un motivo economico, avvantaggiando chi invece avrà disponibilità economiche per andare nei locali dai prezzi folli che magari alla fine non visitano la città ma consumano e postano sui social foto dell’opulenza.

Come sempre i denari dettano le regole e se non li hai sei fregato.

Mag
08

Feedback sulle persone

Categoria Pensieri

Alcuni anni fa sì era parlato di una iniziativa dello stato cinese riguardo alla volontà di associare un punteggio sulla base del comportamento online dei propri cittadini.

Questa iniziativa si chiama social scoring e consiste proprio nel dare un punteggio sulla base di alcune attività, ad esempio se uso mezzi pubblici o la bicicletta per spostarmi al posto dell’auto avrò dei punti in più, se faccio la differenziata ne avrò altri, se invece ignoro tali comportamenti virtuosi il punteggio scenderà.

Insomma, una persona non meritevole potrebbe vedersi private di opportunità invece di fatto disponibili ad altri, o nei paesi democratici garantiti in via generale.

Se si pensa anche ai contesti in cui una persona vive la questione si complica, alle volte alcuni comportamenti sono dettati dal contesto generale come luogo di lavoro, residenza, opportunità e possibilità economiche.

Ritengo che voler incentivare i cittadini in qualche forma non sia del tutto sbagliato, ma privare le persone di opportunità perché già svantaggiati in partenza mi sembra abbastanza folle. Poi ricordo che la Cina aveva vietato ai cittadini di avere due figli, quindi la follia lì non dev’essere più una stranezza!

Mag
07

Capotti e fuoco

Categoria Pensieri, Vario

Purtroppo negli ultimi tempi vi sono stati una serie di incendi che hanno coinvolto edifici residenziali, il primo è stato a Londra dove purtroppo sono decedute molte persone, poi c’è stato il caso di Milano dove per fortuna vi sono stati danni alle cose grazie alla chat dei condomini ed in ultimo l’incendio in Spagna.

Cosa avevano in comune i tre edifici? L’isolamento termico (cappotto) delle facciate costituito da pannelli di poliuretano espanso racchiuso tra due strati di alluminio, il tutto fissato sulle facciate esterne.

La pericolosità di tale materiale e la particolare struttura dei pannelli ha causato quello che viene chiamato incendio occulto, praticamente le fiamme letteralmente camminano tra i due strati di alluminio senza mostrarsi all’esterno, pertanto i soccorritori e le persone in generale non si accorgono dell’avanzata delle fiamme che possono così interessare sempre più aree o saltare da un punto ad un altro degli edifici.

A seguito dell’incidente in Inghilterra la normativa.europea e nazionale ha richiesto che i materiali isolanti partecipino in maniera minima ad un incendio e siano quasi ignifughi.

Oggi abbiamo rivestito molti palazzi con materiali simili a quelli che hanno causato gli incendi di cui ho parlato, inoltre i nuovi materiali comunque un minimo sono potenzialmente pericolosi e ci si augura che altri accadimenti non so ripresentino.

Mag
06

Intelligenza artificiale o bot sotto steroidi?

Categoria Internet, Pensieri

Negli ultimi mesi si fa un gran parlare di intelligenza artificiale, di opportunità, regole, rischi e via discorrendo. Personalmente mi sono dilettato a fare domande a questi sistemi informatici, ho provato ChatGPT, Aria (Opera Browser), Leo (Brave Browser) e di recente Copilot di casa Microsoft (con cui più che altro mi sto divertendo a generare le immagini che inserisco in apertura ai post (non mi piacciono i soli post scritti, sarò antico) ed infine Gemini di Google in sostituzione dell’Assistente sui cellulari.

La cosa che sicuramente apprezzo è il modo naturale con cui si riesce ad interagire con queste entità, si devono conoscere alcune parole chiave ma in generale sembra di avere a che fare con un qualcosa che assomiglia più ad una persona che ad una macchina, la prima volta onestamente con ChatGPT sono rimasto abbastanza impressionato dalla naturalezza dell’esposizione della risposta a cui avevo posto una domanda.

Più o meno tutti questi bot, alla fine si parla di IA ma sono i vecchi bot che popolavano la rete OpenNAP ma sotto steroidi, si assomigliano nel modo di porsi con le loro risposte, è difficile capire se è sempre lo stesso motore a farli funzionare e poi cambia solo il nome o sono progettati in maniera differente. Solo Copilot e Gemini, potendo generare anche immagini partendo da un testo, sembrano avere una marcia in più integrando tutto in un unico posto.

Gemini poi se usato come assistente sul cellulare è molto naturale e difficilmente non capisce cosa gli si dice, nel caso chiede di ripetere la richiesta, il fatto che poi se interpellato a voce risponda sia scrivendo che leggendo a voce alta la risposta è interessante, il tutto invece resta silente se si scrive la domanda, insomma capendo il contesto e rispondendo nella maniera appropriata non è male come cosa.

Prima usavo l’assistente di Google, pratico ma ora risulta limitato nelle funzioni, l’ho sempre usato per chiederli di scrivere su WhatsApp, chiamare una persona o aggiungere un appuntamento in agenda mentre sono in scooter o in auto, comodo poter impartire ordini senza dover toccare il telefono (non fosse che per alcune funzioni devo sbloccare lo schermo e nonostante gli abbia dato l’autorizzazione di funzionare anche se il telefono è bloccato non ne vuole sapere di aggirare il blocco imposto).

Copilot devo provarlo a fondo, comoda la generazione delle immagini, quasi sempre centrate con la mia idea iniziale, mi ha impressionato quando ho generato l’immagine di questo post (aggiunta dopo averlo scritto), non avevo fatto riferimento all’America come esplicitamente citata nel post, ma il sistema sembra avermi letto nel pensiero e l’immagine calza a pennello! Simpatica l’idea di poter settare la risposta in professionale o meno.

Alcuni giorni addietro ascoltavo il podcast CRASH – La chiave per il digitale su Spotify ed in particolare la puntata  intitolata Gaza e Ucraina: come i droni ed AI stanno cambiando la guerra e stavo ragionando sul termine IA e la sua effettiva realtà. Personalmente riterrei che una IA sia un qualcosa di più simile (e probabilmente pericoloso) ad una mente umana con una sorta di coscienza di se e capacità di interazione praticamente autonome, come una persona. Ho fatto un esempio a mia madre che ci ha fatto sorridere ma rende l’idea, l’IA attuale è come un dipendente comunale che attende di essere interpellato, pertanto finche non interagisci con lui questi resta immobile sulla sua sedia a non fare nulla.

Come ho già anticipato mi sembra di aver a che fare con un bot dopato e con una quantità di dati a sua disposizione praticamente infinita (sia giusti che sbagliati) e che si attiva solo se interpellato, pertanto è più un plug-in per l’essere umano che cerca informazioni su un argomento rapidamente e senza dover perdere tempo a sfogliare una quantità folle di siti e pagine per ottenere la tanto agognata risposta.

Solitamente le IA non forniscono sempre la fonte dell’informazione e molto spesso se non si conosce l’argomento la risposta ottenuta potrebbe essere giusta o sbagliata ma è difficile discernere sulla bontà, Gemini invece fornisce i link da cui ha estratto le informazioni, cosa corretta per capire se quanto esposto sia valido o sia spazzatura.

I sistemisti stanno cercando di dotare le varie IA di capacità tali per filtrare le informazioni in rete e scartare quelle errate o di fantasia e mantenere solo quelle vere ed attendibili.

In oggi credo che questi sistemi siano relativamente pronti per soppiantare del tutto le ricerche fatte su siti istituzionali, enciclopedie e pagine dedicate ad argomenti specifici, però affinando il lavoro e ripulendo i dati in entrata l’aiuto sarà grande. Considero da sempre gli assistenti molto utili per chi ha problemi motori di varia natura e non poco, poter oggi dialogare con un computer come se fosse una persona sicuramente umanizza il tutto, per i normodotati l’utilizzo è abbastanza limitato e mi sembra parzialmente inutile anche se integrati a IA generative e via discorrendo.

Google poi ne ha tirata fuori un’altra, NotebookLM, praticamente il servizio (per ora disponibile solo nella terra dei cowboy ma fruibile anche in italiano usando una VPN) permette di avere una IA personale (Google dichiara che i dati non vengono inviati in alcun modo al di fuori del proprio spazio) da istruire con una serie di argomenti, ad esempio caricando dei PDF che il sistema assimila, genera un risultato, crea domande e permette di essere interrogata per estrarre informazioni di interesse dell’utente. Sicuramente interessante in alcuni ambiti dove magari norme o dati necessitano di essere fruibili senza impazzire per ottenerli.

L’IA diventerà probabilmente il domani e mio figlio dovrà destreggiarsi a comunicare ed interagire con computer sempre più “umani” nelle interazioni, sperando di non finire di inciampare in Matrix o SkyNET.

Mag
03

ebook? Forse…

Categoria Internet

Tempo fa avevo detto che avrei letto l’ultimo libro di Mitnick ma non è stato così, lo sto ancora cercando, perchè?

Il motivo è che sia l’ebook che la versione cartacea del libro Il fantasma nella rete non è reperibile sia da Feltrinelli che librerie o ebook! Va bene che il libro cartaceo non sia disponibile, l’argomento non è poi così interessante per la massa, anche il fatto che sia stato pubblicato già da tempo non aiuta, ma perchè non esiste la versione digitale? Insomma l’ha scritto una persona che sul digitale ci ha vissuto una vita e ci ha lavorato, oltre aver avuto alcuni problemi con la legge a causa del digitale, quindi per quale assurdo motivo non viene pubblicato in digitale?

Il mondo di internet e quello reale (c’è differenza?) sono in costante contrasto!